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Chi era Leonardo da Vinci

(Imagine - Autoritratto di Leonardo da Vinci)
 
Leonardo da Vinci nacque il 15 aprile 1452 dalla relazione sentimentale tra Caterina,  una donna di origini contadine, e Ser Piero, un notaio di successo. Dopo aver trascorso parte della propria infanzia in un piccolo villaggio nei pressi di Vinci, da cui deriva l’appellativo da Vinci, ancora adolescente venne spedito dal padre, Ser Piero, a Firenze a compiere il suo apprendistato presso la bottega di Andrea del Verrocchio. Nel giro di pochi anni Leonardo mise in ombra il suo stesso maestro e all’età di 20 si iscrisse alla Corporazione di S. Luca, sancendo di fatto la propria autonomia di artista.
 
Nel 1482, all'età di trent’anni, incoraggiato da Lorenzo de’ Medici, si trasferì a Milano per offrire i propri servigi a Ludovico Sforza, soprannominato il Moro, allora reggente e non ancora duca dello Stato milanese.
 
Sebbene inizialmente apprezzato per le sue doti di musico, Leonardo si dedicò ben presto a progetti d’ingegneria militare – la produzione di armi e armature rappresentava, infatti, un settore nevralgico dell’economia dello stato milanese – e si distinse come architetto e organizzatore di eventi  di corte e naturalmente come pittore. In pochi anni, grazie alla sua natura versatile e alle sue molteplici doti che esplicò nei settori più svariati, Leonardo divenne l’artista più stimato della Corte milanese.
 
 

Il ventennale restauro

(Immagine: Cristo prima dell'ultimo restauro 1977 -1999)

Il Cenacolo Vinciano

Il Cenacolo o l’Ultima Cena, la cena con Cristo si congeda per sempre dai propri discepoli, è uno dei temi più rappresentati nella storia dell’Arte cristiana e, al contempo, uno dei momenti più sacrali dei rituali cattolici: l’istituzione del sacrificio eucaristico, uno dei sette sacramenti.
 
Prima che Leonardo sovvertisse l’iconografia dell’Ultima Cena attribuendo all’opera una valenza più legata alle umane emozioni che susseguono l’annuncio dell’imminente tradimento di Cristo da parte di uno dei discepoli, era prevalso negli artisti l’interpretazione religioso sacrale.
 
La realizzazione dell’opera presso il refettorio del Convento di S. Maria delle Grazie, richiese all’artista alcuni anni a causa della sua metodologia di lavoro discontinua. Dipinto su una parete con tempera grassa, il Cenacolo Vinciano ha mostrato la propria fragilità sin dagli albori  quando venne salutato come un capolavoro non solo dall’ambiente artistico italiano, ma anche da eruditi e artisti provenienti da ogni parte d’Europa.
 
Oggi, se possiamo affermare che la scelta di dipingere sulla nuda parete, utilizzando invece del tradizionale affresco la tecnica sperimentale della tempera all'uovo, abbia pregiudicato in modo irrimediabile e irreversibile lo stato di conservazione dell’opera, parimenti possiamo affermare che queste stesse ragioni ne hanno impedito l’asportazione e il trasferimento altrove.

La Basilica di S. Maria delle Grazie

(Immagine: Veduta interna S. Maria delle Grazie) 

La Chiesa di San Maurizio

La Basilica di San Satiro

San Satiro

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